Acquistare i prodotti delle aziende colpite dal sisma è il migliore aiuto possibile a queste popolazioni.
Aiutare le popolazioni terremotate è fondamentale. Acquistare i prodotti tipici di queste zone è un dovere per chiunque abbia a cuore la sorte di intere realtà produttive di altissima qualità.
Gli aiuti "canonici"
45500.
E' questo il numero che ci fanno rimbombare nella testa 24 ore al
giorno su ogni mezzo di comunicazione. Serve per aiutare le popolazioni
dei paesi terremotati del Centro Italia. Peccato che questo modo non
serva a nulla. Solo a pulirsi la coscienza.
La
parola chiave che spesso non consideriamo è "accountability". E' un
termine inglese, purtroppo non in uso in Italia, che significa rendere conto di come vengono utilizzati i soldi spesi.
Veniamo
da un periodo dove le zone del Centro Italia sono state martoriate da
terremoti e nevicate straordinarie che hanno causato danni materiali e,
purtroppo, perdita di vite umane. Puntualmente in questi casi la
macchina della solidarietà si mette in moto e spuntano alla velocità
della luce raccolte fondi destinate a queste popolazioni. Dietro
l'intento, magari anche in buona fede, si nascondono però alcuni
tranelli. Il decreto n.189 del 17 ottobre 2016 disciplina l'utilizzo dei
fondi raccolti. In tale decreto è escluso l'utilizzo dei fondi raccolti
per la fame emergenziale. Avete capito?
Ve
lo ripeto. I soldi NON possono essere utilizzati durante la fase di
emergenza ma solo a conclusione di essa. Che, nel caso del sisma di
Amatrice, si tratta del 14 febbraio 2017. 6 mesi dopo.
Ma poi chi e cosa decide quanto dura la fase di emergenza?
Cosa possiamo fare noi
Come
sempre accade non mi piace criticare e basta. E' importante sapere che
anche noi, ogni giorno, possiamo fare qualcosa. La cosa fondamentale,
quando accadono queste catastrofi, è mantenere viva l'economia. Perchè
così facendo si mantengono vive le persone, si da una speranza a chi,
perchè magari agricoltore, allevatore o albergatore, non può andarsene. E
se le persone hanno speranza e motivazione non abbandonano i luoghi,
che rimarranno vivi e si riprenderanno.
Alla
popolazioni terremotate non serve l'elemosina, serve una motivazione
per guardare avanti, serve una speranza per pensare che non tutto è
finito oggi, ma ci sarà anche un domani.
Ci
sono centinaia di aziende artigianali dove ogni giorno il proprietario
ed i suoi collaboratori sudano sette camicie per mantenere vive le
tradizioni gastronomiche, diamogli un aiuto acquistando i loro prodotti.
La grande azienda industriale sopravvive anche senza il tuo piccolo
contributo, mentre per queste famiglie, esso può rappresentare la
speranza di continuare a vivere.
Sul sito Slow Food Italia, all'indirizzo Aiutiamo le aziende colpite dal terremoto è disponibile un elenco di produttori a cui rivolgersi per poter acquistare i loro prodotti.
E
mi rivolgo anche al popolo dello sci. In questo inverno così povero di
neve sulle Alpi, e così ricco negli appennini, perchè preferite andare a
sciare sulle nevi sparate del Trentino Alto Adige e trascurate i
comprensori di Rivisondoli/Roccaraso, Campotosto, Passo Lanciano? Lo
sapete che nelle giornate serene si scia guardando il mare?
Capisco
che andare a Cortina, in Val di Fassa o al Sestriere, per dire alcuni
nomi a caso, fa molto più "figo" e quando lo si racconta non ha eguali,
però allora evitate anche di mandare l'SMS.
La solidarietà da divano non serve a nulla.