A sei mesi dal terremoto nessuno va più in Umbria, Marche e Abruzzo

A sei mesi dal Terremoto che ha colpito Umbria, Marche e Abruzzo nessuno va più in quelle zone. Stiamo abbandonando regioni intere.
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Sono passati sei mesi dalla scossa di terremoto che ha colpito Umbria, Marche e Abruzzo e abbiamo abbandonato quei luoghi.

Turismo scomparso

Dal 24 agosto al 18 gennaio una serie di scosse di terremoto ha interessato le regioni Umbria, Marche e Abruzzo con terribili danni agli edifici e molte perdite di vite umane.
I danni però non sono solo quelli dei crolli ma anche quelli "indiretti" che stanno arrivando in questi giorni.
Nessuno compra più prodotti da quelle regioni, nessuno va più in vacanza nelle Marche o in Abruzzo o in Umbria. Sono spariti i turisti che negli anni scorsi hanno sempre visitato questi luoghi, acquistato i prodotti tipici, comprato i vini dalle cantine. 
Sono scomparsi coloro che contribuivano i modo determinante a mantenere in vita il territorio.
Purtroppo è abbastanza facile da comprendere che le persone siano portate a fare di tutta l'erba un fascio, martellati dai mass media che hanno ripetuto incessantemente "Terremoto in Umbria, Marche e Abruzzo". Come che ci fossero stati crolli sul 100% delle tre regioni e non solo in alcuni comuni. 
Quindi non si va più a Urbino o a Vasto, incuranti del fatto che queste due località non sono state minimamente sfiorate dalle scosse, e che Roma è ben più vicina all'epicentro del terremoto rispetto alla costa nord marchigiana o alle Terre dei Trabocchi.

I dati del crollo 

A Montefalco, comune distante oltre 100 km da Amatrice, meta usuale di molti turisti che oltre ad un giro per il paese visitavano le cantine dove si produce Sagrantino, le presenze sono crollate del 70% rispetto al 2016.
Sul litorale marchigiano, da Senigallia a San Benedetto del Tronto, al momento non risultano prenotazioni per la prossima estate.
Il 95% dell'Umbria non ha subito danni, ma ad Assisi e Gubbio il calo di presenze è stato di oltre il 30%, e se non ha raggiunto le dimensioni di altre zone è solo grazie agli stranieri.
Più difficile stimare il caso dell'Abruzzo poichè la regione, eccetto alcune località sciistiche, che hanno subito disdette di prenotazioni anche del 90% in alcuni casi, conosce un turismo prevalentemente primaverile ed estivo, e quindi le prossime settimane saranno un primo banco di prova. Anche se Federalberghi ha fatto sapere che tutte le strutture hanno posti liberi sia per Pasqua che per il 25 aprile, cosa assolutamente anomala da queste parti.
La cosa risulta ancora più strana se si pensa che in queste zone il sisma del 2009 ha sensibilizzato enormemente le persone riguardo la sicurezza edilizia, ed oggi il 95% delle strutture alberghiere o agriturismo sono edificate o ristrutturate con criteri antisismici di ultima generazione.

Se non volete andare nei comuni epicento del terremoto ciò è comprensibile, ma non fate di tutta l'erba un fascio. Cercate di sostenere l'economia acquistando i prodotti di queste regioni che si trovano in tutti i supermercati d'Italia. Fate un piccolo sforzo per sostenere queste persone in difficoltà. Se lo meritano.