Il vignaiolo Quinto Chionetti è stato il patriarca del Dolcetto di Dogliani. Uno che verrà ricordato per il "seminato" e non per il "raccolto".
Alcuni mesi fa se ne è andato Quinto Chionetti, uno dei maggiori esponenti del Dolcetto di Dogliani. "Ci ricorderanno per il seminato, non per il raccolto" era il suo motto, e noi lo ricordiamo così.
La langa "povera"
Le Langhe si sono affermate nel panorama viticolo mondiale nel momento in cui sono diventate un mito. In questo caso il mito e la cultura sono legate al senso di coltivare la terra, di essere vignaioli.E nella langa "povera", quella che guarda da lontano i cru milionari di Barolo e Barbaresco, nella langa di Dogliani e del Dolcetto, il punto di riferimento era Quinto Chionetti.
Questo allegro novantunenne se ne è andato questo autunno, nell'unico modo in cui poteva andarsene, e cioè durante la vendemmia del suo amato Dolcetto, il vitigno che è stato la sua vita e che più di ogni altro ha contribuito a promuoverne il nome.
La storia inizia nel 1912 quando Giuseppe Chionetti, nonno di Quinto, acquista la cascina in zona San Luigi, come di Dogliani. La svolta arriva negli anni '50 quando da conferitori di uve ai grandi compratori di Alba, la famiglia Chionetti decide di iniziare a vendere a proprio nome.
In una famiglia con la mentalità propensa sempre all'innovazione Quinto si trova con le carte in regola. Nelle vigne dei Chionetti si sperimentò il concetto di diradazione dei grappoli, e il padre di Quinto fu il primo a portare il trattore a Dogliani.
La curiosità per il nuovo diventa con gli anni l'emblema di una tradizione che però è fondata su alcuni valori assoluti: da un lato il rigetto del legno per vinificare i suoi Dolcetti (solo recentemente si userà un passaggio in barrique per un prodotto), dall'altro l'esperimento del tappo a vite.
Le vigne
I vigneti da cui si ricava il San Luigi, il Briccolero e La Costa sono tutte nella zona di San Luigi. Sono terreni in cui l'elevata pendenza e la collocazione territoriale ne provocano il continuo ringiovanimento. Terreni poco profondi, in prevalenza marnosi con intervalli di sabbia tra i vari strati.Gli ettari vitati sono in tutto 16 per una produzione totale che si attesta a 85000 bottiglie l'anno. L'azienda ha recentemente ottenuto la certificazione biologica e lavora solamente con lieviti indigeni.
I vini
Sono 3 le tipologie di Dolcetto prodotte dall'azienda Quinto Chionetti.Dogliani DOCG San Luigi
E' il prodotto delle vigne più giovani, affinato esclusivamente in acciaio. Spiccano la frutta rossa, la freschezza legata alla buona acidità e la facilità di beva
Dogliani DOCG Briccolero
L'età delle viti si alza, così come si abbassano le rese, fissate a 50 q.li/ha. Dopo la fermentazione una piccola parte matura in botti di rovere grandi, mentre il restante fa solo acciaio. La struttura cresce, così come la trama tannica e la longevità che può soprendere. Questo prodotto è ciò che la famiglia Chionetti battezzò il "carattere Dogliani".
Dogliani DOCG La Costa
Vino prodotto con le vigne poste sul crinale sopra il Briccolero. L'esposizione e la concentrazione sono massime. E' un vino che viene prodotto in massimo 3000 bottiglie all'anno e affina 9 mesi in acciaio e 16 mesi in botti grandi di rovere. Un Dolcetto di struttura e longevità che regge benissimo abbinamenti con secondi piatti importanti della cucina piemontese.
B.ta Valdiberti 44, 12063 Dogliani, CN
Tel. +39 017371179