A Napoli la pizza è una istituzione. Classifica personale delle cinque migliori pizze margherita della città.
Quale è la miglior pizza margherita a Napoli? Risposta impossibile da dare
perchè le pizzerie sono tante quanti sono i gusti di chi le frequenta.
Abbiamo fatto una gita gastronomica a Napoli e riportiamo qui la nostra
personale classifica delle 5 migliori margherite che vanno incontro al
mio gusto e al mio ideale di pizza.
A
Napoli, si sa, sulla pizza non si discute, le tradizioni sono sacre.
Anche se negli ultimi anni la fantasia sta galoppando verso versioni di
pizza sempre più elaborate, la margherita e la marinara rappresentano, a
mio parere, le espressioni più tipiche della vera pizza.
L'espressione
massima la trovo in un cornicione soffice e in una fusione completa tra
pasta, pomodoro e mozzarella, oltre che con l'olio, diventando una cosa
diversa in cui i componenti si esaltano a vicenda.
Tutto
il resto potrà piacere, non lo discuto, ma per me non sarà mai pizza.
Chiamiamola focaccia, schiacciata, stria, ma è comunque qualcosa di
scomposto, dove la pasta sta da una parte ed il condimento dall'altra. A
questo punto, meglio pane, pomodoro e mozzarella a crudo, con un filo
d'olio di oliva.
1. Antica pizzeria da Michele
So
che molti di voi avranno già storto il naso. Perchè la pizzeria della
famiglia Condurro da sempre suscita dibattito, anche solo per QUELLA
decisione di non utilizzare olio di oliva. Ma per me questa è LA PIZZA.
In una città dove
il mestiere si tramanda di padre in figlio, famiglie che si
intrecciano e si allargano, botteghe e forni che si
spengono in un quartiere per subito riaprirsi in un altro, c’è chi da
sempre, da oltre un secolo non cambia nulla, nemmeno bottega. Dal 1906
in via Sersaie. La fila è quasi sempre lunga, già alle 11.00 capita di aspettare fuori. I tavoli di marmo
accolgono gomito a gomito oltre mille persone ogni giorno e la scelta è
tra margherita e marinara, nulla di più. Così funziona. Tra i pochissimi
ad utilizzare la pasta di riporto, hanno messo al bando l'olio di oliva
e sono stati i creatori dello stile "a rota 'e carro", con il latticino
che non copre tutta la pizza. Meravigliosa margherita popolare.
La margherita a rota 'e carro di Michele |
2. Gino Sorbillo ai Tribunali
Un altro grande nome.
Subito dietro Michele metto Gino Sorbillo ai Tribunali.
C'è chi critica l'eccessiva mediaticità del personaggio, che lo descrive come rivolto più al gourmet, ma io ho trovato qui una buonissima margherita. Lo stile è diverso da Michele, e se l'impasto è leggermente inferiore ho notato in compenso una ricercatezza maggiore negli ingredienti che sono di qualità veramente elevata, soprattutto nelle versioni "gourmet".
E quella spolverata di parmigiano sulla margherita ci sta proprio bene.
E quella spolverata di parmigiano sulla margherita ci sta proprio bene.
Una
istituzione, un nome che si accosta alla pizza come Totò si accosta a
Napoli. Dalla "casa della pizza" al tavolo a ferro di cavallo, tutto è
in continuo ed instancabile rinnovamento, al numero 32 di Via dei
Tribunali. L'unica cosa costante è purtroppo l'attesa per entrare, a
volte eccessivamente lunga.
Una grande, grandissima margherita al prezzo popolare di 3,80 euro. Una
bellissima esecuzione classica.
La margherita di Gino Sorbillo ai Tribunali |
3. Di Matteo
Via
dei Tribunali è il "cuore" di Napoli e della pizza napoletana. La
Pizzeria Di Matteo apre in questa zona nel 1939 ed è senza dubbio uno
dei locali più popolari ed amati della città. Il locale ebbe la massima
notorietà nel 1994 quando, durante il G7, il presidente USA Clinton
mangiò una pizza a portafoglio in piedi davanti al bancone. Tra gli
ingredienti spicca una generosa dose della tipica accoglienza che
solamente un vero napoletano, oltre che un grande pizzaiolo, sa
esprimere.
La
filosofia è diversa da quella di Michele, l'impasto viene lasciato
lievitare 5-6 ore, non si utilizza pasta del giorno prima e nemmeno si
sfrutta la refrigerazione.
La
scelta della pizza è varia, anche se lo zoccolo duro è composto da
marinara, margherita, capricciosa, calzone e quattro formaggi. Menzione
speciale va ai fritti, sicuramente i più buoni tra quelli assaggiati
nelle pizzerie provate.
In poche pizzerie della città potrete mangiare una cosi' generosa Marinara a 3,50 euro e una Margherita a 3,80 euro.
Di Matteo ai Tribunali |
4. Da Attilio
Fuori
dai riflettori
mediatici, siamo nel quartiere della Pignasecca. Personalmente è il
quartiere che più amo di Napoli, un grande mercato all'aperto dove si
trova di tutto. Ed è qui che nel 1938 viene aperta da Attilio Brachetti
la pizzeria friggitoria che ancora oggi porta il suo nome.
Il
locale conta 50 posti a sedere in un ambiente accogliente,
caratterizzato da un'atmosfera familiare nella quale il sorriso è
spontaneo e dilagante. Alle pareti le immagini e i ricordi della vita
all'interno di questo locale, portato avanti coraggiosamente sempre
dalla stessa famiglia.
Qui
la tradizione regna sovrana. L'impasto è
fatto il giorno prima, la lievitazione supera le 24 ore. La pasta è il
punto forte di questa pizza, con cornicione sontuoso e alveolato,
crosticina appena percettibile ed incredibile scioglievolezza in bocca.
Le
proporzioni sono leggermente inferiori rispetto ai precedenti, ma
questo è un bene poichè permette di gustare anche i deliziosi fritti.
Una grande margherita classica nel cuore di Napoli, per respirare l’aria di una autentica pizza
napoletana
La margherita di Attilio |
5. Ciro Salvo 50 Kalò
Ci
ho messo una buona mezz'ora per trovare l'ultimo posto. Perchè
selezionare 5 pizze a Napoli è impensabile. E perchè sono conscio di non
aver nominato un grandissimo, Enzo Coccia, ma nei pochi giorni a disposizione, potendo muovermi solo a piedi, era logisticamente scomodo arrivare da
lui. Allo stesso modo ho dovuto lasciar
fuori anche i fratelli Salvo a San Giorgio a Cremano.
Ciro Salvo appartiene al "nuovo" filone delle pizzerie 2.0, estremamente sensibili alla mutazione sociale che la pizza ha avuto negli ultimi anni. Da icona popolare la pizza sta diventando sempre di più icona POP. Accanto alla maestria dei pizzaioli napoletani si è così iniziato ad accostare una sempre maggiore ricercatezza di materie prime, sdoganado abbinamenti sino a pochi anni fa considerati eretici a Napoli. Oggi, in diverse pizzerie, la parola "ricerca" è assolutamente appropriata. Come l'abbinamento "pizza gourmet".
Ciro Salvo appartiene al "nuovo" filone delle pizzerie 2.0, estremamente sensibili alla mutazione sociale che la pizza ha avuto negli ultimi anni. Da icona popolare la pizza sta diventando sempre di più icona POP. Accanto alla maestria dei pizzaioli napoletani si è così iniziato ad accostare una sempre maggiore ricercatezza di materie prime, sdoganado abbinamenti sino a pochi anni fa considerati eretici a Napoli. Oggi, in diverse pizzerie, la parola "ricerca" è assolutamente appropriata. Come l'abbinamento "pizza gourmet".
Siamo a Mergellina, quartiere "marino" di
Napoli. Il locale è nuovo, rinnovato pochi anni fa e anche al bancone l'aria che
si respira è nuova. Pomodorini del piennolo, bufala campana, olio Iaccarino.
Qualche buon vino regionale, alcune birre artigianali e le torte di Mennella da Torre Del Greco.
Siamo dal massimo esponente della elasticità e della idratazione dell'impasto. Personalmente l'ho trovata un po' più pesante da digerire di tutte le altre, eccessivamente "glutinica".
Qualche buon vino regionale, alcune birre artigianali e le torte di Mennella da Torre Del Greco.
Siamo dal massimo esponente della elasticità e della idratazione dell'impasto. Personalmente l'ho trovata un po' più pesante da digerire di tutte le altre, eccessivamente "glutinica".