Il Pigato ligure. Vitigni autoctoni

Il Pigato è il vitigno autoctono principe della Riviera di Ponente.

Impermeabile alle mode internazionali la Liguria ha conservato un grande patrimonio di vitigni autoctoni. Il Pigato è il simbolo dell'enologia della riviera di Ponente.

Storia e territorio

In una regione come la Liguria, schiacciata tra il mare e i monti, che una storia secolare di scorribande di flotte nemiche ha reso un po’ scontrosa e chiusa, non potevano che sopravvivere orgogliosamente le uve autoctone nel territorio.
Il nome Pigato deriva dall’espressione ligure pigau ovvero macchiato e sta a indicare la puntinatura color marrone che appare sugli acini maturi. Si tratta di una varietà molto simile al vermentino, probabilmente nata da una mutazione spontanea, che si è poi perfettamente acclimatata nel terroir del Ponente ligure. 
Sebbene fosse già noto nel Savonese, il vitigno Pigato fu citato per la prima volta, nel Bollettino ampelografico del 1883. Pochi anni fa nell'Albenganese venivano prodotti - oggi, purtroppo, rari - dei Pigato amabili, dolci e passiti.
La sua zona elettiva è situata nell'Albenganese, mentre nell'Imperiese è presente in certa misura nell'alta Val d'Arroscia; quasi raro, sebbene raccomandato, nel Genovesato e sconosciuto nello Spezzino.
Se impiantato fuori della sua naturale zona elettiva, perde le sue caratteristiche "pighe". 

Le uve danno origine ad uno dei migliori vini della Liguria.  

Caratteristiche

Da un punto di vista genetico, il vitigno pigato è in realtà molto simile al vermentino, tanto da essere considerato un suo clone. La differenza principale tra le due uve viene alla luce al momento della maturazione dei grappoli, quando gli acini del pigato assumono un colore giallo intenso, quasi ambrato, con la tipica puntinatura color ruggine, mentre il vermentino conserva una buccia dal colore giallo con riflessi verdi. 
È un vino dal tipico profilo mediterraneo, perfetta e fedele espressione del territorio. Nella zona più interna di Ranzo e della valle Arroscia, meno calda e con vigne ad altitudini più elevate, grazie alle notevoli escursioni termiche, si esprime con maggior freschezza, profumi intensi ed eleganti. In prossimità del mare, sul tratto di costa da Albenga a Diano Marina, assume invece toni più caldi e solari. Oltre al clima, anche la diversa composizione dei suoli influenza profondamente il profilo aromatico delle uve. Sulle terre bianche, ricche di calcare, il pigato si esprime con maggior finezza e freschezza, mentre sulle terre rosse, caratterizzate da una generosa presenza di componenti ferrose, acquista maggior corpo e una decisa vena minerale.
Il vino Pigato ha un colore giallo paglierino. Il quadro olfattivo è caratterizzato da caratteristici profumi di macchia mediterranea ed erbe officinali, che si aprono a note di fiori bianchi, di frutta e a sentori iodati. Il sorso è armonioso ed equilibrato, con una moderata acidità, aromi fruttati di buona intensità e vena minerale. Il finale è piacevolmente sapido, con nuances ammandorlate. È un vino dal buon potenziale d’invecchiamento, che dopo alcuni anni di affinamento in bottiglia sviluppa interessanti sentori terziari di resina di pino marittimo e idrocarburo. Se da giovane è perfetto da abbinare ai piatti di mare o ai primi tradizionali della cucina ligure, come i pansotti di borragine o le trenette al pesto, con il passare degli anni, trova abbinamenti interessanti con secondi piatti di pesce più strutturati e complessi, con carni bianche delicate e formaggi di media stagionatura.

Produttori

Nonostante la zona di produzione sia piuttosto piccola, sono molte le aziende da seguire con attenzione, che hanno conservato dimensioni e approccio ancora artigianale al mondo del vino. Si presta molto alla versatilità delle produzioni, che infatti declinano il Pigato in versioni dallo spumante al Passito. 
Tra le versioni Metodo Classico prodotte da Durin, il Bàsura Riunda Millesimato e il Bàsura Obscusa, affinate nelle grotte preistoriche di Toirano.
Tra le versioni classiche è opportuno provare il Riviera Ligure di Ponente Pigato Albium di Poggio dei Gorleri e il Riviera Ligure di Ponente Pigato di Laura Aschero, espressioni fresche e sapide di pura Liguria. 
Più complesso e di maggior struttura, spesso anche grazie a macerazioni sulle bucce o parziale affinamento in legno il Riviera Ligure di Ponente Grand-Père di BioVio

Vitigni autoctoni: Petite Arvine
Vitigni autoctoni: Catarratto siciliano